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Emozioni e apprendimento

La dott.ssa Daniela Lucangeli, professoressa di Psicologia dello sviluppo presso l’Università degli Studi di Padova ed esperta di psicologia dell’apprendimento, espone alla conferenza TEDx di Milano alcune delle sue ricerche a proposito dell’apprendimento nei bambini.

Da questa conferenza emerge il ruolo delle emozioni come elemento inscindibile del processo di costruzione e richiamo di ciò che memorizziamo.

 

 

Dislessia e adolescenza: il ruolo della memoria di lavoro

Che forme assumono i disturbi specifici di apprendimento in adolescenza?

Le caratteristiche sono uguali a quelle che noi ci immaginiamo rispetto alla scuola primaria?

Il Professor Giacomo Stella spiega come riconoscere la dislessia in età adolescenziale analizzando la memoria di lavoro e le possibili difficoltà che gli alunni dislessici incontrano a scuola.

Giacomo Stella è professore straordinario di Psicologia clinica presso la facoltà di Scienze della formazione dell’Università di Modena e Reggio Emilia. Direttore scientifico dell’Istituto di Ricerca Dislessia Evolutiva (IRIDE) dell’Università di Modena e Reggio Emilia, dell’Università di Urbino e dell’ASL di Pesaro, è direttore dei corsi di perfezionamento in Psicopatologia dell’apprendimento (presso l’Università di Urbino) e in Psicopatologia dello sviluppo (presso l’Università della Repubblica di San Marino). È anche direttore del centro di Neuropsicologia clinica dell’età evolutiva dell’Università di Urbino e condirettore della rivista «Dislessia. Giornale italiano di ricerca clinica e applicativa», edito da Erickson.

ADHD, 7 comportamenti utili

Il Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività, o ADHD, è un disturbo evolutivo dell’autocontrollo. Esso include difficoltà di attenzione e concentrazione, di controllo degli impulsi e del livello di attività. Questi problemi derivano sostanzialmente dall’incapacità del bambino di regolare il proprio comportamento in funzione del trascorrere del tempo, degli obiettivi da raggiungere e delle richieste dell’ambiente. E’ bene precisare che l’ADHD non è una normale fase di crescita che ogni bambino deve superare, non è nemmeno il risultato di una disciplina educativa inefficace, e tanto meno non è un problema dovuto alla «cattiveria» del bambino (tratto da www.aidaiassociazione.com).

Di seguito vengono suggeriti 7 comportamenti utili.

1 COMANDI. Le istruzioni devono essere brevi (di dieci parole o meno), semplici e specifiche e devono descrivere passo per passo quello che il bambino deve fare.

2 RINFORZI POSITIVI. Per fare in modo che il bambino manifesti più frequentemente certi comportamenti positivi e adeguati è molto importante prestare attenzione e premiare tali azioni anche quando si è irritati con lui per altri motivi.

3 IGNORARE. Anche se difficile, ma è indispensabile ignorare i comportamenti lievemente negativi, se sono messi in atto allo scopo di attirare l’attenzione del genitore (lamentarsi, fare il broncio) o se non sono realmente dannosi.

4 NON LASCIARE CHE IL BAMBINO FACCIA A MODO SUO. Non permettere al figlio di fare quello che vuole se si vuole evitare un incremento dei comportamenti problematici: il bambino ha bisogno di una guida per imparare i comportamenti corretti.

5 AIUTARE IL FIGLIO A RISOLVERE I PROBLEMI. Agire da modello per indurre il bambino a imitare i genitori affinché impari a risolvere i propri problemi in modo riflessivo e con dei piani d’azione.

6 EDUCAZIONE COERENTE. Utilizzare premi e gratificazioni di comportamenti positivi, stabilire dei “contratti comportamentali” (ovvero vere e proprie contrattazioni genitore-bambino per stabilire norme e regole comportamentali condivise) e adottare in modo coerente a ogni comportamento positivo o negativo del figlio le regole concordate.

7 CONTROLLARE. Stabilire con il figlio specifiche regole di comportamento, verificare che queste vengano rispettate e prendere provvedimenti ogni volta che una regola viene infranta.

Tratto da Vio, et al. ed Erickson